Orientamento alla moda sostenibile

Al giorno d’oggi capita spesso di utilizzare degli anglicismi nella lingua parlata italiana e questo può  capitare in diversi settori, così come anche in quello della moda e, più nello specifico, della moda  sostenibile. Reuse-Reduce-Recycle; Slow fashion; Pre-order; upcycling e renting, sono alcune delle parole chiave che ruotano attorno al concetto di moda sostenibile e sulle quali molti brand hanno focalizzato le proprie strategie. Ma qual è il significato di questi termini?  

Reuse-Reduce-Recycle sono conosciute anche come le 3R, applicabili non solo al settore della moda  sostenibile, ma a qualsiasi altro contesto in cui è possibile riutilizzare, ridurre e riciclare materiali  impiegati nella realizzazione o costruzione di prodotti. 

Pre-order, in italiano “pre-ordine”, è uno dei nuovi approcci in crescita della moda sostenibile. Con tale termine si intende “preordinare” un determinato capo o qualsiasi prodotto di un brand prima  ancora che esso sia disponibile. Generalmente le tempistiche del pre-order variano dai 1 ai 2 mesi, e  questo comporta un’attesa prima di ricevere e indossare quanto ordinato, a cui attualmente non siamo  abituati. 

Un’altra delle tecniche che sta prendendo sempre più̀piega da parte dei brand è quella dell’upcyclingcon tale termine si indica il riciclo di un prodotto (da ‘recycling’), a cui viene dato un valore maggiore (da ‘up’). È un tema molto ampio, che consiste nel riutilizzo di scarti e delle rimanenze per dare una  vita nuova a qualcosa che già esisteva.  

Tra gli altri approcci utilizzati c’è quello dell’affitto, ossia del renting: servizi appositi mettono a disposizione abiti, accessori, scarpe, che si possono affittare per un determinato periodo di tempo, magari per un’occasione speciale per la quale avremmo abitualmente effettuato un nuovo acquisto, per poi non utilizzarlo più.  

Slow fashion, letteralmente moda lenta, è ciò che si contrappone al  modello della fast fashion, ossia della moda veloce, che è estremamente inquinante e dannosa per il nostro pianeta e per le persone che vi lavorano nel dietro le quinte in condizioni ancora totalmente ignote.  

I termini sopra citati – e sicuramente ve ne saranno anche molti altri che dovranno essere ancora  coniati in futuro – hanno tutti dei valori in comune: combattere la sovrapproduzione e il consumismo frenetico, porre fine agli sprechi, rivalutare gli scarti e trovare soluzioni innovative per un futuro migliore e più consapevole. Questo è anche l’obiettivo di Officina Artistica, che mira tramite la propria consapevolezza a una moda più sostenibile e meno impattante possibile, producendo indumenti fatti per durare nel tempo. 

Giulia Ghirri

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Orientamento alla moda sostenibile

Al giorno d’oggi capita spesso di utilizzare degli anglicismi nella lingua parlata italiana e questo può  capitare in diversi settori, così come anche in quello della moda e, più nello specifico, della moda  sostenibile. Reuse-Reduce-Recycle; Slow fashion; Pre-order; upcycling e renting, sono alcune delle parole chiave che ruotano attorno al concetto di moda sostenibile e sulle quali molti brand hanno focalizzato le proprie strategie. Ma qual è il significato di questi termini?  

Reuse-Reduce-Recycle sono conosciute anche come le 3R, applicabili non solo al settore della moda  sostenibile, ma a qualsiasi altro contesto in cui è possibile riutilizzare, ridurre e riciclare materiali  impiegati nella realizzazione o costruzione di prodotti. 

Pre-order, in italiano “pre-ordine”, è uno dei nuovi approcci in crescita della moda sostenibile. Con tale termine si intende “preordinare” un determinato capo o qualsiasi prodotto di un brand prima  ancora che esso sia disponibile. Generalmente le tempistiche del pre-order variano dai 1 ai 2 mesi, e  questo comporta un’attesa prima di ricevere e indossare quanto ordinato, a cui attualmente non siamo  abituati. 

Un’altra delle tecniche che sta prendendo sempre più̀piega da parte dei brand è quella dell’upcyclingcon tale termine si indica il riciclo di un prodotto (da ‘recycling’), a cui viene dato un valore maggiore (da ‘up’). È un tema molto ampio, che consiste nel riutilizzo di scarti e delle rimanenze per dare una  vita nuova a qualcosa che già esisteva.  

Tra gli altri approcci utilizzati c’è quello dell’affitto, ossia del renting: servizi appositi mettono a disposizione abiti, accessori, scarpe, che si possono affittare per un determinato periodo di tempo, magari per un’occasione speciale per la quale avremmo abitualmente effettuato un nuovo acquisto, per poi non utilizzarlo più.  

Slow fashion, letteralmente moda lenta, è ciò che si contrappone al  modello della fast fashion, ossia della moda veloce, che è estremamente inquinante e dannosa per il nostro pianeta e per le persone che vi lavorano nel dietro le quinte in condizioni ancora totalmente ignote.  

I termini sopra citati – e sicuramente ve ne saranno anche molti altri che dovranno essere ancora  coniati in futuro – hanno tutti dei valori in comune: combattere la sovrapproduzione e il consumismo frenetico, porre fine agli sprechi, rivalutare gli scarti e trovare soluzioni innovative per un futuro migliore e più consapevole. Questo è anche l’obiettivo di Officina Artistica, che mira tramite la propria consapevolezza a una moda più sostenibile e meno impattante possibile, producendo indumenti fatti per durare nel tempo. 

Giulia Ghirri

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