Perché stai viaggiando? La domanda comunemente posta alla dogana aeroportuale “per affari o per piacere?” riassume perfettamente le due ragioni principali del viaggio. La risposta “per piacere” racchiude le varie ragioni personali per cui le persone viaggiano: scoprire meraviglie naturali e monumenti, conoscere culture diverse o semplicemente per rilassarsi su una spiaggia e prendere il sole. Qualunque sia la propria definizione di divertimento, l’impulso fondamentale per viaggiare è scappare dalla monotonia della vita. E proprio mentre emergiamo lentamente dalla pandemia, in molti non vedono l’ora di scappare.
Che sia per un motivo o per un altro, lo scopo del viaggio resta lo stesso: una ricerca egoistica della fuga e del piacere, con il desiderio di vantarsi sui social networks. La maggior parte dei viaggi sono in definitiva edonistici e autoindulgenti, con nessun altro scopo superiore se non quello di “mangiare, pregare, amare”, il nostro modo di scoprire noi stessi.
Nei prossimi decenni, questa mentalità egocentrica e orientata al piacere per i viaggi sarà sempre più sfidata dalle crescenti preoccupazioni sul cambiamento climatico e sulla disuguaglianza globale. Essere in grado di viaggiare per piacere, soprattutto a livello internazionale, è un privilegio. Non abusare di tale privilegio e viaggiare in modo responsabile diventerà una priorità per molti consumatori. Se siamo fortunati, il futuro a lungo termine dei viaggi sarà più sostenibile, coinvolgente e propositivo.
La consapevolezza ambientale è una tendenza in crescita in tutto il mondo, soprattutto tra le giovani generazioni. L’ultimo sondaggio di Purpose Pulse ha rilevato che quasi due terzi (65%) dei Millennial e della Generazione Z considerano il cambiamento climatico una preoccupazione chiave. “La natura sta guarendo” durante la pandemia e ora il 53% dei viaggiatori globali desidera viaggiare in modo più sostenibile.
Potrebbe non sembrare ovvio ora, ma il settore dei viaggi sta affrontando una resa dei conti importante per quanto riguarda il suo impatto sull’ambiente. Nel 2018, il turismo da solo era responsabile dell’8% delle emissioni di carbonio del mondo, con i viaggi aerei come principali colpevoli. Secondo alcune stime, un volo di sola andata da Montreal a Londra emette tante emissioni di anidride carbonica quanto il riscaldamento di una casa europea per un anno intero. Il sondaggio di American Express ha rilevato che il 60% degli intervistati concorda di voler prenotare compagnie aeree che mostrano un impegno a emissioni zero.
Poiché le gravi conseguenze del cambiamento climatico iniziano a verificarsi frequentemente, la sostenibilità e l’attivismo climatico diventeranno considerazioni che potrebbero cambiare la mentalità dei viaggiatori. Questo cambiamento potrebbe manifestarsi in vari modi: alcune persone vorranno visitare i luoghi più famosi prima che siano permanentemente danneggiati dai cambiamenti climatici; altri eviteranno i viaggi aerei per ridurre le emissioni di carbonio e viaggeranno con mezzi più sostenibili. Poiché i viaggiatori più attenti all’ambiente mirano ad avere un impatto positivo riducendo al minimo gli sprechi e contribuendo a un’economia di condivisione, concetti come viaggi lenti e viaggi di volontariato probabilmente cresceranno in popolarità man mano che i viaggiatori della Generazione Z agiranno per salvare il pianeta.
In conclusione, l’evoluzione del discorso culturale sul cambiamento climatico e sulla disuguaglianza globale sta spingendo alcuni consumatori a riesaminare le proprie motivazioni di viaggio, portando a un cambiamento di mentalità da un nucleo egocentrico di ricerca del piacere a qualcosa di più responsabile e premuroso. Questo cambiamento di mentalità richiederà anni, se non decenni, per realizzarsi, ma la strada è tracciata.